Anna Stanchi

Anna Stanchi, Natura morta, Museum of Art at Middlebury College, VT, USA, 1643.jpg

Anna Stanchi

Attiva a Roma alla metà del XVII secolo.

Frammento di Ghirlanda, Museum of Art del Middlebury College, Vermont, USA, datato 1643.

Una delle rare ‘fioranti’ femminili attive a Roma (come Laura Bernasconi), Anna Stanchi dovrebbe verosimilmente essere parente del noto pittore Giovanni, anche se gli studi finora condotti sulla famiglia dei pittori Stanchi non hanno rinvenuto notizie in merito.

L’unico documento seicentesco conosciuto dove si trova un riferimento alla pittrice è l’inventario del 1692 dei beni del cardinale Flavio Chigi nel palazzo di piazza Santi Apostoli, dove è citato un quadro con “dipintovi fiori e frutti della Stanghi”. Nella medesima collezione erano conservati ben diciassette dipinti di Giovanni Stanchi (Roma, 1608 - doc. fino al 1673), di cui due con ghirlande di fiori che incorniciavano scene religiose: una con un “SS.mo Salvatore con il mondo in mano”, l’altra la “SS.ma Madonna con le mani giunte al petto”. La contemporanea presenza nella medesima raccolta di opere di due artisti accomunati dallo stesso cognome e dalla stessa specializzazione in nature morte floreali fa ipotizzare che Anna appartenesse alla stessa famiglia: forse la moglie di Giovanni o una sorella minore, nata fra Giovanni (nato nel 1608) e i due fratelli Niccolò (1623 c. - 1690 c.) e Angelo (1626 c.- doc. fino al 1679). L’ipotesi che “Anna Stangui” fosse una parente prossima di Giovanni Stanchi è corroborata da confronti stilistici molto convincenti e dall’uso dei medesimi modelli botanici, che solo un’artista attiva nella stessa bottega poteva riprodurre così fedelmente.

Le ricerche sull’artista hanno preso avvio dal ritrovamento di due tele firmate “Anna Stangui”: un frammento di Ghirlanda datato 1643 e una Ghirlanda di fiori con Venere e Adone datata 1647. La prima è passata in asta tre volte dal 2007 al 2016 (Sotheby’s, Amsterdam, 8 maggio 2007, lotto 96; Sotheby’s, Londra, 24 aprile 2008, lotto 405 e Christie’s, New York, 26 ottobre 2016, lotto 90) ed è stata acquisita dal Museum of Art del Middlebury College nel Vermont, USA. Risale invece al 2013 la scoperta della Ghirlanda di fiori con Venere e Adone di collezione privata, in migliore stato di conservazione e dotata dell’identica firma e di una data posteriore di quattro anni: 1647. La stessa misura (tela d’imperatore) e gli stessi modelli botanici si riscontrano in un dipinto, tradizionalmente attribuito a Giovanni Stanchi, della Anhaltische Gemäldegalerie di Dessau, che reca all’interno della ghirlanda una raffigurazione di Cristo tra i dottori contornata da una cornice ovale con lo stesso motivo a perline (Bocchi 2021). L’anonimo collaboratore di Anna Stanchi dovrebbe essere un pittore figurista seguace di Francesco Albani, attivo tra  Roma e Bologna nella prima metà del Seicento. Il personaggio di Adone è ripreso da quello raffigurato nel dipinto di identico soggetto della Gemäldegalerie di Kassel (inv. GK 1163) la cui autografia è stata suggerita da Richard Spear.
Il motivo bruegheliano della ghirlanda floreale fu introdotto a Roma dal gesuita Daniel Seghers (Anversa, 3 dicembre 1590 - 2 novembre 1661), presente in città nel 1625. Seghers collaborò con il Domenichino nella Ghirlanda di fiori con il carro d’Amore per i Ludovisi, oggi al Louvre. Numerosi pittori barocchi a Roma utilizzarono questo motivo iconografico ma solo Giovanni e Anna Stanchi dimostrano di aver adottato anche la resa lenticolare dei prototipi fiamminghi.

Alessandra Masu


Bibliografia

Lanfranco Ravelli, Stanchi dei fiori, Bergamo 2005.

Maria Silvia Proni, “La famiglia Stanchi, in Pittori di natura morta a Roma. Artisti italiani 1630-1750, a cura di G. Bocchi, U. Bocchi, Viadana 2005, pp. 244-323.

Alberto Cottino, Natura silente. Nuovi studi sulla natura morta italiana, Torino 2007.

Alberto Crispo,“Pietro Paolo Cennini e la bottega degli Stanchi, in Parma per l’Arte, n.s., XIX, 2013, pp. 64, 68-70.

Gianluca Bocchi, Anna Stanchi, in Le Signore dell’Arte. Storie di Donne tra ’500 e ‘600, catalogo della mostra, Milano, Palazzo Reale 2021, Skira, Milano 2021, pp. 228-229 e scheda 3.63, pp. 332-333.

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