Laura Bernasconi

Laura Bernasconi attr., Natura morta con vaso di fiori, olio su tela, cm. 88 x 59 (1).jpeg

Laura Bernasconi

Roma, 1622 - 1675

Vaso di fiori, Roma, Collezione Doria Pamphilj © 2022 Amministrazione Doria Pamphilj s.r.l. Tutti i diritti riservati.

Una delle rare ‘fioranti’ femminili attive a Roma (con Anna Stanchi), Laura Bernasconi fu detta Laura dei Fiori riecheggiando il soprannome del suo maestro, Mario Nuzzi. Proprio nella biografia (Vite de’ pittori, scultori ed architetti moderni, vol. II, Roma 1736, p. 64) che Lione Pascoli dedicò a questo caposcuola, riguardo ai suoi allievi Pascoli scrive: “ma di niuno trattane Laura Bernasconi ho avuto tal notizia da poterne qui registrare il nome. Ella sola dunque posso con certezza affermare, che abbia fatto buon uso de’ suoi insegnamenti, e dell’amore, e modo con cui li comunicava. Poiché ella fu che in diverse occasioni lo diede a conoscere, e spezialmente quando ornò di fiori il quadro di S. Gaetano dipinto dal celebre Camassei in S. Andrea della Valle”. La nozione che fosse la migliore tra gli allievi della bottega di Mario de’ Fiori è stata riportata anche da Onofrio Giannone (Giunte sulle vite de’ pittori napoletani, redatte nel 1771-73 ma pubblicate, a cura di Ottavio Morisani, nel 1941) e dall’Abate Luigi Lanzi che dice di lei che “meglio di tutti lo imitò, e vive ancora in moltissime quadrerie” (Storia pittorica della Italia dal Risorgimento delle Belle Arti fin presso al fine del XVIII secolo, vol. 2, 1823, p. 229).

La recente riscoperta di Laura Bernasconi è dovuta agli studi di Andrea G. De Marchi, in particolare dalla sicura individuazione di quattro suoi “Vasi di fiori” citati nell’inventario del 1725 (Roma, Archivio Doria Pamphilj, Scaff. 4.17) del cardinale Benedetto Pamphilj (1653 - 1730), tuttora a Palazzo Doria Pamphilj (De Marchi 2005 e 2016; sul collezionismo di nature morte del cardinal Pamphilj, cfr. Leone 2011). L’inventario menziona otto dipinti attribuiti alla Bernasconi - quattro vasi di fiori e quattro mazzi di fiori - ma questi ultimi sembra non si siano conservati, almeno nel Palazzo Pamphilj di Roma.

Una giustificazione di pagamento del 15 gennaio 1714 attesta che il cardinal Benedetto aveva acquistato anche “dui Ghirlande di Laura de Fiori” dal “Signor Giovanni Quadraro nella Piazza di SS. Apostoli” (ADP, Scaff. 3.16) pagandole (insieme a “quadri n. dieci di Monsù Francesco Borgognone”) la “somma di scudi quaranta  quattro”. Alessandra Mercantini (2010) ha trovato che già tra il marzo 1708 e il febbraio 1709 (ADP, Scaff. 1.12 int. 3B subint. 1) il cardinal Benedetto aveva acquistato per la dimora preferita di Albano numerose nature morte di fiori tra cui alcune con dimensioni e cornici simili a quelle descritte nell’inventario del 1725, sia pure senza esplicita attribuzione a Laura Bernasconi. In un mandato di pagamento del 13 agosto 1708 è documentato inoltre l’acquisto di “Due quadri de frutti et animali da imperatore con cornice nere et oro mano della signora Lucrezia pittrice”. Mercantini ipotizza cautamente che “Lucrezia pittrice” possa essere la bolognese Lucrezia Scarfaglia, ma nella collezione Pamphilj non risulta nulla a lei attribuito. La ricerca si potrebbe approfondire, in particolare seguendo la dispersione dell’imponente quadreria pamphilia durante la crisi dinastica che colpisce la famiglia a metà del XVIII secolo.

La biografia di Laura Bernasconi è ancora tutta da ricostruire. Un indizio interessante è che, sicuramente tra il 1711 e il 1713, era al servizio di Camillo Pamphilj jr. (1675 - 1747), nipote del cardinal Benedetto, un “Paolo Bernasconi” nella veste di stuccatore. Numerosi pagamenti, appunto a “Paolo Bernasconi stuccatore”, sono documentati per complessivi 550 scudi nel 1711, 360 scudi nel 1712 e 70 scudi nel 1713. Purtroppo la mancanza di giustificazioni ci impedisce di sapere esattamente quali lavori avesse eseguito.

Dal suo maestro e mentore, Mario de’ Fiori, Laura acquisisce una tecnica meticolosa e il gusto della composizione floreale che saranno molto apprezzati dal mercato artistico romano. Rispetto a quello del maestro, lo stile della Bernasconi mostra un trattamento luministico più sfumato e una pennellata più sciolta.

Negli anni 1665-1670 collabora con Giovanni Paolo e Filippo Schor alla decorazione del soffitto della galleria di Palazzo Colonna (Strunck 2007).

Nature morte floreali attribuite a Laura Bernasconi sono documentate a Roma nel Libro dei conti (1662-1689) della bottega del genovese Pellegrino Peri “rivenditore di quadri” vicino a piazza Pasquino (Lorizzo 2010), nell’inventario del 1713 della collezione del principe Livio Odescalchi Duca di Bracciano nel Palazzo in piazza SS. Apostoli (“una Ghirlanda di Fiori dipinti dalla Sig.ra Laura Bernasconi, entro la quale vi è una donna, che rappresenta la speranza sedente sopra nuole, originale del Sig.re Cavalier Maratta”), nell’inventario del 1740 delle collezioni del marchese Vincenzo Nuñez a Palazzo Caffarelli al Campidoglio (“Tre quadri di vasi di fiori”) e nell’inventario del 1769 del principe Camillo Rospigliosi (“Uno specchio di tre quarti di Luce con vaso di fiori dipinto da Laura Bernasconi”).


One of the few known female ‘flower painters’ in Rome (with Anna Stanchi), Laura Bernasconi  took her artist name, Laura dei Fiori, from her maestro Mario Nuzzi, called Mario dei Fiori. Early biographers such as Lione Pascoli (Vita of Mario dei Fiori, 1736), Onofrio Giannone (active in 1771-73) and the Abbott Luigi Lanzi (Storia pittorica, 1823) agreed that she was the best and most successful of his pupils and followers (Lanzi, p.229: “meglio di tutti lo imitò, e vive ancora in moltissime quadrerie”).

The recent rediscovery of Laura Bernasconi’s oeuvre is due to Andrea G. De Marchi. He identified four paintings depicting vases with flowers in the Doria Pamphilj Palace in Rome with the four “Vasi di fiori” described in the 1725 Inventory of the collections of Cardinal Benedetto Pamphilj (Rome, Archivio Doria Pamphilj, Scaff. 4.17). The Inventory includes eight paintings by Bernasconi - four depicting vases with flowers and four depicting bunches of flowers - but the latter seem not to have been preserved, at least in the Pamphilj Palace in Rome.

A giustificazione records that on January 15, 1714 Cardinal Benedetto purchased “two garlands by Laura de Fiori” from the dealer “Signor Giovanni” on the Piazza SS. Apostoli (ADP, Scaff. 3.16). Alessandra Mercantini (2010) found that already between March 1708 and February 1709 (ADP, Scaff. 1.12 int. 3B subint. 1) Cardinal Benedetto had purchased numerous still lifes of flowers for his favorite residence in Albano, including some with dimensions and frames similar to those described in the inventory of 1725, albeit without explicit attribution to Laura Bernasconi. In a payment warrant dated August 13, 1708, the purchase of "Two paintings of fruits and animals da imperatore with black and gold frames by the painter Lucretia" is also documented. Mercantini cautiously hypothesizes that "Lucrezia painter" may be the Bolognese Lucrezia Scarfaglia, but nothing is attributed to her in the Pamphilj collection. More research is needed, in particular following the dispersion of the vast Pamphilj picture gallery during the dynastic crisis that hit the family in the mid-eighteenth century.

Laura Bernasconi's biography has yet to be reconstructed. It might be an interesting hint that, between 1711 and 1713, a “Paolo Bernasconi” is recorded as being at the service of Camillo Pamphilj jr. (1675 - 1747), cardinal Benedetto’e nephew, as a plasterer. Numerous payments are indeed documented to “Paolo Bernasconi stuccatore” for a total of 550 scudi in 1711, 360 scudi in 1712 and 70 scudi in 1713. Unfortunately, the lack of justifications prevents us from knowing exactly which works he had carried out.

From her maestro and mentor Laura learned a meticulous tecnique and the taste for flower arranging which were very appreciated in the Roman art market. In comparison with her master’s style, Bernasconi’s shows a softening of lighting effects and a looser brushstroke.

In 1665-1670 she collaborated with Giovanni Paolo and Filippo Schor in the decoration of the ceiling of the galleria in the Colonna Palace.

Still life paintings of flowers attributed to Laura Bernasconi are documented in several Roman collections throughout the 17th and the 18th centuries: in the Libro dei conti (1662-1689) of the art dealer Pellegrino Peri “near piazza Pasquino” (Lorizzo 2010), in the 1713 inventory of the collections of Prince Livio Odescalchi Duke of Bracciano in his Palace in SS. Apostoli (“una Ghirlanda di Fiori dipinti dalla Sig.ra Laura Bernasconi, entro la quale vi è una donna, che rappresenta la speranza sedente sopra nuole, originale del Sig.re Cavalier Maratta”), in the 1740 inventory of the collections of the Marquis Vincenzo Nuñez in Palazzo Caffarelli at Campidoglio (“Tre quadri di vasi di fiori”) and in the 1769 inventory of Prince Camillo Rospigliosi (“Uno specchio di tre quarti di Luce con vaso di fiori dipinto da Laura Bernasconi”).

Alessandra Masu


Fonti archivistiche e Bibliografia

Roma, Archivio Doria Pamphilj, Mandati di pagamento Scaff. 1.12 int. 3B subint. 1 (1708-09); Filza dei mandati di pagamento del 1711, nn. 126, 132, 140, 160, 180, 202, 209, 239, 258; Filza dei mandati di pagamento del 1712 nn. 38, 61, 102, 173, 246; Filza dei mandati di pagamento del 1713 nn. 69, 159; giustificazione di pagamento Scaff. 3.16 (1714); inventario Scaff. 4.17 (1725).

Lione Pascoli, Vite de’ pittori, scultori ed architetti moderni, vol. II, Roma 1736, p. 64.

Onofrio Giannone, Giunte sulle vite de' pittori napoletani, a cura di Ottavio Morisani, Napoli 1941.

Luigi Lanzi, Storia pittorica della Italia dal Risorgimento delle Belle Arti fin presso al fine del XVIII secolo, vol. 2, 1823, p. 229.

Angela Negro, La collezione Rospigliosi. La quadreria e la committenza artistica di una famiglia patrizia a Roma nel Sei e Settecento, Argos, Roma 1999, pp. 328-335.

Andrea G. De Marchi, Pittori di Natura morta a Roma. Artisti italiani 1630-1750, a cura di G. e U. Bocchi, Arti Grafiche Castello 2005, pp. 453-464.

Christina Strunck, “Berninis unbekanntes Meisterwerk: Die Galleria Colonna in Rom und das Kunstpatronat des römischen Uradels”, in Römische Studien der Bibliotheca Hertziana, vol. 20, Hirmer, Munich 2007.

Alessandra Mercantini, “Il Palazzo ad Albano del cardinale Benedetto Pamphilj”, in Caravaggio e la Fuga. La pittura di paesaggio nelle Ville Doria Pamphilj, catalogo della mostra a cura di Alessandra Mercantini e Laura Stagno, Silvana Editoriale, Milano 2010, pp. 136-149.

Loredana Lorizzo, Pellegrino Peri. Il mercato dell’arte nella Roma barocca, De Luca Editori d’Arte, Roma 2010.

Stephanie C. Leone, “Cardinal Benedetto Pamphilj’s Art Collection: Still-Life Painting and the Cost of Collecting”, in The Pamphilj and the Arts. Patronage and Consumption in Baroque Rome, Chicago University Press, 2011, pp. 113-138.

Andrea G. De Marchi, Collezione Doria Pamphilj. Catalogo generale dei dipinti, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo (Milano) 2016, p. 54.

Getty Provenance Index, ad vocem.


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